Il miglior vinile dei Queen

Ultimo aggiornamento: 26.04.24

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Vinili dei Queen – Consigli d’acquisto, Classifica e Recensioni del 2024

 

Con milioni di dischi venduti, i Queen sono unanimemente riconosciuti come una delle più importanti rock band del pianeta. La morte del frontman Freddie Mercury, la vera icona del gruppo, ha sostanzialmente decretato la loro fine, anche se il gruppo, dopo quel tragico evento non si è mai ufficialmente sciolto, ma l’attività si è drasticamente rallentata, ai limiti dell’immobilismo. Ad ogni modo c’è tanto materiale disponibile per la nostra guida sui migliori vinili dei Queen del 2024. Prova ne sono questi due consigli d’acquisto che fanno parte della nostra classifica e per i quali vi invitiamo a fare una comparazione: Live at the Rainbow contiene molti brani che i Queen non hanno più riproposto dal vivo mentre la raccolta Greatest Hits II contiene un decennio di successi concentrati in un solo album.

 

 

Tabella comparativa

 

Pregio
Difetto
Conclusione
Offerte

 

 

Come scegliere il miglior vinile dei Queen

 

Molti degli appassionati di musica che si stanno avvicinando per la prima volta alla band inglese potrebbero trovarsi in imbarazzo non sapendo quale vinile dei Queen comprare. La nostra guida vuole essere di aiuto nel prendere una decisione del genere, perciò, se volete capire come scegliere un buon vinile dei Queen, non vi resta altro da fare che arrivare fino in fondo.

Vi assicuriamo che sarà una lettura piacevole e tutt’altro che noiosa. Vi proporremo i dischi più venduti sul mercato e per ognuno di essi ci sarà una esauriente recensione che riteniamo possa aiutarvi a scegliere il lavoro più vicino ai vostri gusti musicali.

 

 

Guida all’acquisto

 

Le nuove edizioni

I Queen sono in attività dagli inizi degli anni ’70, anche se la primissima line-up risale alla fine degli anni ’60. Chiaramente i primi lavori sarebbero quasi introvabili senza un’operazione di ristampa e rimasterizzazione. Molti fan non avrebbero l’opportunità di possedere il migliore vinile dei Queen.

Ovvio, una prima stampa ha molto più valore ma queste sono manie da collezionisti e loro sono un mondo e un mercato a parte. A cifre più economiche si possono comprare tutti i dischi targati Queen. In merito ci sono parecchie offerte interessanti.

 

Brani extra

Ma quali sono le ristampe più interessanti? Cosa la può rendere davvero appetibili? Spesso le case discografiche, soprattutto per una questione di marketing, decidono di arricchire le ristampe con canzoni extra oppure con un packaging particolarmente curato.

Chiaramente una cosa non esclude l’altra. Ma di preciso cosa rende una ristampa imperdibile anche per chi magari quel disco già lo possiede? Secondo noi al primo posto ci sono i brani inediti. Questi possono essere una canzone originariamente esclusa dalla tracklist definitiva perché all’epoca non ritenuta all’altezza del disco; magari successivamente si ha avuto il tempo di lavorare sul pezzo e migliorarlo al punto da diventare meritevole di essere presentato al pubblico.

Molto apprezzate, poi, le versioni demo dei brani ufficiali. Tale operazione dà modo ai fan di scoprire com’era in origine una canzone e come è stata trasformata, modificata. A volte il brano definitivo è molto diverso dalla sua prima versione. Infine, ci sono i pezzi eseguiti dal vivo.

 

 

La qualità audio

Da una buona ristampa ci si attende anche un miglioramento della qualità audio. Si parla di remastering, ossia, la manipolazione dell’audio con lo scopo di migliorare la resa sonora. Tenete presente che i master originali sono soggetti al deterioramento, dunque quando si commercializza una ristampa, in molte occasioni si opera la rimasterizzazione.

Inoltre, anche grazie alle nuove tecnologie della migliore marca si può eliminare qualche difetto che era presente sul master, una pessima produzione, un mixaggio fatto male e così via. Purtroppo non tutte le ristampe suonano bene e non è detto che siano pezzi rimasterizzati (comporta un costo che non sempre un’etichetta è disposta a sostenere). Il risultato è un disco che suona male, peggio dell’originale.

 

I migliori vinili dei Queen del 2024

 

Abbiamo scelto per voi gli album dei Queen più venduti online e acclamati da critica e pubblico. Ma la nostra selezione non avrebbe avuto senso se non avessimo dato la giusta attenzione ai pareri espressi in rete da chi è già in possesso dei titoli che abbiamo deciso di proporvi. Naturalmente l’ultima parola sta a voi che leggete, in particolare a chi confronta i prezzi e fa le sue attente valutazioni prima di mettere mano al portafoglio.

 

Prodotti raccomandati

 

Queen – Live At Rainbow

 

Principale vantaggio:

Grazie a questo live avrete modo di ascoltare dei pezzi che negli anni a venire non sarebbero mai più stati suonati dai Queen.

 

Principale svantaggio:

Riteniamo che ci sia una eccessiva disparità di prezzo tra il formato in CD e quello in vinile. Quest’ultimo costa davvero tanto.

 

Verdetto 9.8/10

Se siete dei fan dei Queen, non vediamo alcuna ragione per sconsigliarvi l’acquisto di Live At The Rainbow: i brani sono ben eseguiti e la qualità audio è buona.

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Descrizione Caratteristiche Principali

 

Il tour della svolta

Live at the Rainbow non è semplicemente una testimonianza live di quella che in seguito sarebbe stata ritenuta una delle più grandi rock band di tutti i tempi ma un vero passaggio cruciale per la carriera dei Queen poiché quel concerto, dal quale è stato tratto il live, di fatto, fece definitivamente esplodere la popolarità della band in tutto il Regno Unito e non solo.

La tappa, anzi le tappe, visto che erano due (tenute il 19 e 20 novembre del 1974 al Rainbow Theater di Londra), faceva parte dello Sheer Heart Attack Tour. I Queen avevano alle spalle tre album e dunque la setlist doveva necessariamente attingere da questi. Uno degli aspetti più interessanti è che la gran parte dei pezzi eseguiti durante il tour non sarebbero mai più stati riproposti dal vivo, dunque avrete modo di ascoltare delle vere chicche.

Un live perfetto

Suonare in studio con la possibilità di commettere errori, provare e riprovare fino alla ricerca della perfezione e magari, quando le cose non vanno bene, decidere di tornare a lavorare sui pezzi il giorno dopo è un lusso che dal vivo non ci si può prendere.

Tantissime band, soprattutto quelle dei giorni nostri, sfornando dischi incredibili salvo poi deludere dal vivo tanto da faticare a credere che si tratti degli stessi musicisti. Con Live At The Rainbow i Queen dimostrano che non c’è trucco e non c’è inganno. L’esecuzione dei brani è perfetta, Freddie Mercury dà prova di essere un vero frontman e di saper tenere il pubblico in pugno. I suoi compagni d’avventura non sono da meno e i fan – a proposito, naturalmente le date erano sold out – sono in delirio.

 

Buon audio

Anche considerando che si tratta di brani eseguiti dal vivo nell’ormai lontano 1974, la qualità audio è da ritenersi soddisfacente. Grande possibilità di scelta in quanto a formati per i fan. Il live può essere ascoltato su CD, vinile, DVD e Blu-ray. Ma qui veniamo a quello che secondo noi è l’unica nota dolente: il prezzo, o meglio, la disparità abissale di prezzo tra il formato CD e vinile.

Quest’ultimo ha un costo davvero eccessivo ed è un peccato perché obbliga praticamente tutti a puntare sul compact disk. Tale disparità probabilmente è dovuta a una certa rarità dell’LP che probabilmente è stato stampato in poche unità.

 

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Greatest Hits II

 

Uscito originariamente nel 1991, a distanza di 20 anni da quella data è stata ristampata la seconda raccolta dei Queen. Ma il 1991 è ricordato per un altro motivo dai fan, ossia, la morte del frontman Freddie Mercury.

La raccolta arrivò sul mercato un mese prima del tragico evento, scelta che sinceramente ci fa pensare un po’ a male (chi era vicino alla band probabilmente sapeva bene che il cantante stava vivendo gli ultimi istanti della sua vita) ma queste sono le dinamiche del mercato e nel campo musicale, più di ogni altro, operazioni speculative del genere non sono nuove. Ma concentriamoci sulla musica.

La raccolta comprende le hit pubblicate nel decennio compreso tra il 1982 e il 1991, dunque attinge da dischi quali Hot Space, The Works, A Kind Of Magic, The Miracle e Innuendo. I fan si sono detti delusi per la qualità audio della ristampa rimasterizzata e in particolare molti lamentano un volume troppo basso.

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Innuendo

 

Registrare Innuendo è stato una sorta di corsa contro il tempo. Le condizioni di salute di Freddie Mercury stavano precipitando e il cantante fu obbligato a mettere al corrente i suoi compagni di quanto gli stava accadendo. Dunque Innuendo può essere considerato come il testamento musicale di Mercury, con la splendida The Show Must Go On che suona come una vera e propria lettera d’addio.

L’edizione che vi proponiamo, rispetto alla prima stampa, è un doppio album. Per essere chiari la tracklist è sempre la stessa ma suddivisa su due LP invece che su uno. Questa decisione ha permesso di mettere le versioni più lunghe dei brani che sulla prima stampa in vinile erano tagliate di alcuni secondi. Dobbiamo segnalare l’assenza del bonus EP che è invece presente nell’edizione su CD del 2011.

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Made in Heaven

 

Su questo disco aleggia il fantasma di Freddie Mercury. È stato pubblicato circa quattro anni dopo la morte del cantante, dunque nel 1995.

Com’è stato possibile? Recuperando alcune parti vocali che Freddie aveva inciso, ormai conscio che la sua vita avrebbe potuto terminare di lì a poco. Successivamente i restanti membri della band lavorarono alla musica affinché si adattasse alle tracce vocali lasciate in eredità. Il risultato fu Made in Heaven, titolo abbastanza esplicativo.

La sensazione di alcuni fan, che pur lo hanno apprezzato, è che si tratti di un disco un po’ artificioso, nel quale è difficile intravedere i confini tra nostalgia, recupero di brani meritevoli di vedere la luce e operazione commerciale. Insomma, Freddie Mercury non è presente in sala d’incisione insieme agli altri membri e si sente.

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Bohemian Rhapsody

 

La famosa hit dei Queen nonché il loro brano più ambizioso, dà il titolo a questa raccolta. Si tratta della colonna sonora dell’omonimo film diretto da Bryan Singer e uno dei maggiori successi del 2018 nelle sale cinematografiche di tutto il mondo. Il disco si compone di 22 brani, tutti molto noti ai fan.

A rendere l’edizione più appetibile, secondo noi, ci sono alcuni pezzi come Under Pressure con la collaborazione di David Bowie, un paio di pezzi rivisitati ma soprattutto una manciata di brani, cinque per l’esattezza, registrati durante l’esibizione al Live Aid del 1985 e mai pubblicati ufficialmente dalla band, anche se non escludiamo l’esistenza di qualche bootleg. È un lavoro che, potrà sicuramente interessare i fan più accaniti della band o coloro che hanno cominciato ad apprezzare i Queen dopo aver visto il film.

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Live at the Rainbow

 

I fan lo sapranno sicuramente ma Live at the Rainbow nasce in formato video per immortalare l’esibizione del 1974, quando la band di Freddie Mercury e Brian May aveva alle spalle appena tre album. Dunque la scaletta attinge necessariamente da Queen, Queen II (a nostro modesto avviso uno degli album più belli in assoluto) e Sheer Heart Attack.

Per una band come i Queen la dimensione con la quale si trova a proprio agio è proprio quella dal vivo e questo live n’è la prova se mai ce ne fosse bisogno, considerato che molti dei loro concerti sono considerati leggendari.

Di note positive ce ne sono tante, dall’esecuzione impeccabile dei pezzi al suono molto buono se consideriamo che le incisioni originali sono del ‘74. Inoltre tanti dei brani che costituivano la setlist dell’epoca non sono più stati eseguiti dal vivo, dunque rappresentano vere chicche per appassionati. Peccato per il prezzo che è un po’ alto ma l’acquisto è comunque consigliato.

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Curiosità sui Queen

 

C’è sempre tanta curiosità intorno al nome dei Queen e l’uscita del film Bohemian Rhapsody ha in qualche modo gettato benzina sul fuoco della passione per la band inglese. Loro sono senza ombra di dubbio tra i gruppi rock più amati al mondo. La storia dei Queen si è interrotta bruscamente con la morte di Freddie Mercury, salvo qualche esibizione tenuta dalla band dopo la tragica dipartita del cantante. Soddisfiamo qualche curiosità dei fan.

 

 

L’origine del nome e del logo

Tanto il nome quanto il logo della band furono opera di Freddie Mercury. Le altre opzioni sul tavolo erano Build Your Own Boat, the Grand Dance e the Rich Kids ma nessuno di questi rendeva bene l’idea di Mercury il quale, in una intervista al Melody Maker, raccontò di aver cercato un nome che rappresentasse la maestosità, la regalità ma che al tempo stesso fosse scioccante e oltraggioso. Queen sembrava la sintesi perfetta, vista l’importanza che la regina ha per gli inglesi.

 

L’amicizia tra Freddie Mercury e Lady Diana

Freddie Mercury era amico di Diana Spencer. Come si può immaginare Lady D non poteva circolare senza essere assalita da paparazzi e dalla gente che la riconosceva. Un pomeriggio il cantante e la principessa si ritrovarono a casa del comico Kenny Everett trascorrendo dei piacevoli momenti.

Lady Diana chiese quali fossero i loro programmi per la serata e Mercury disse che sarebbero andati al Royal Vauxhall Tavern, un pub frequentato da gay e dalla pessima fama poiché sovente scenario di risse dovute all’abuso di alcol. Mercury ed Everett provarono a dissuadere la donna, la sua presenza lì sarebbe stato motivo di scandalo ma Diana Spencer non volle saperne così Mercury si inventò uno stratagemma, travestì la principessa da uomo. Il travestimento, unitamente alle attenzioni che si concentrarono sul cantante e sul comico fecero sì che nessuno riconoscesse Lady D.

 

 

Brian May alla voce

Brian May è conosciuto per essere il chitarrista e compositore dei Queen, ma si è messo in luce anche per le sue doti canore. Se prestate attenzione, è lui a cantare Some day one day, canzone presente su Queen II, album pubblicato nel 1973.

 

Il primo singolo dei Queen suonato in pubblico

È Stone Cold Crazy il primo singolo eseguito dai Queen davanti al pubblico; era il 27 giugno del 1970, presso il City Hall di Truro in Inghilterra.

 

 

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