Le nuove norme sulle etichette delle creme solari

Ultimo aggiornamento: 01.05.24

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Quanto durano e quando scadono. Ecco tutte le informazioni che potete conoscere con una rapida lettura

 

Ci siamo, l’estate è finalmente arrivata, portando con sé un’irrefrenabile voglia di sole, vacanze e abbronzatura. Sarà sicuramente capitato anche a voi di aprire il vostro nécessaire e trovare migliaia di creme e lozioni vecchie di un anno ma senza ricordare il giorno esatto in cui le avete aperte.

Visto che tutti i cosmetici devono avere per legge una data di scadenza, il dubbio è legittimo anche quando si tratta di solari: il problema, però, non riguarda tanto il fatto che la crema diventa dannosa dopo la scadenza, ma piuttosto che perde la sua efficacia dopo un certo tempo dall’apertura, rischiando così di vanificare i nostri sforzi per diminuire gli effetti dannosi di un’esposizione prolungata al sole.

Sappiamo bene quanto sia importante proteggere la pelle dai pericolosi raggi UV, ma se il filtro solare che stiamo usando è già stato aperto l’anno scorso cosa succede? In effetti, non esiste una risposta univoca a questa domanda se non quella di prestare la massima attenzione alla scadenza delle lozioni e degli spray solari, un’informazione facilmente reperibile sull’etichetta del prodotto che, oltre a dare informazioni precise sugli ingredienti contenuti e sulle modalità d’uso, deve riportare anche il PaO (Period After Opening), una sorta di simbolo grafico che indica il periodo in mesi entro il quale un cosmetico aperto può essere ancora usato in modo sicuro. 

In genere, per le migliori creme solari è di 12 mesi, ma ci sono anche altri fattori da considerare, come le modalità di conservazione del prodotto, l’odore, la consistenza e l’integrità del flacone.

 

Dov’è la data di scadenza?

I solari, in crema o spray che siano, sono prodotti formulati con speciali filtri chimici (o fisici) che si occupano di assorbire selettivamente le radiazioni dei raggi UV a corta lunghezza d’onda per garantire protezione alla nostra pelle durante l’esposizione al sole. Oltre ai filtri e all’acqua, tra gli ingredienti troviamo anche alcune sostanze grasse, e sono proprio queste ultime a deteriorarsi velocemente e a rendere la protezione inefficace, se non addirittura dannosa per il benessere della nostra pelle.

 

 

Visto che il contatto con l’ambiente esterno può alterare le proprietà del cosmetico, la sua durata, prima e dopo l’apertura, deve essere sempre indicata in etichetta, ma se il prodotto è stato conservato in modo corretto e con il flacone ancora integro, si possono fare dei test per capire se può essere ancora utilizzato in modo sicuro anche dopo un certo lasso di tempo.

Sulla confezione la scadenza viene indicata con un simbolo comunemente chiamato PaO (Periodo dopo l’Apertura), rappresentato da un vasetto aperto contrassegnato dalla lettera “M”, accanto alla quale è indicata la durata in mesi del solare dopo l’apertura del flacone.

Per questo, gli esperti consigliano di non utilizzarlo da un’estate all’altra se la data di scadenza indicata è pari o inferiore a 12 mesi, soprattutto in considerazione del fatto che questi prodotti vengono spesso in contatto con sabbia e corpuscoli che potrebbero favorire la proliferazione di funghi e batteri.

 

Le nuove etichette delle creme solari

Per capire se un solare è ancora efficace, la prima cosa da fare, quindi, è leggere attentamente l’etichetta. Il regolamento europeo 1223/2009, entrato in vigore l’11 luglio del 2013, sancisce infatti l’obbligo delle aziende cosmetiche di indicare sulla confezione la durata dei loro prodotti, un tema finito nell’occhio del ciclone anche della Food and Drug Administration (Fda) statunitense.

L’obiettivo, sia a livello europeo sia in ambito internazionale, è quello di tutelare i consumatori da ogni possibile rischio per la salute, e non solo in riferimento alla scadenza dei solari ma anche in merito ad alcuni ingredienti, potenzialmente dannosi, utilizzati nella loro formulazione.

Sotto questo aspetto, le sostanze considerate “non grase”, ossia non sicure, sono l’acido para-aminobenzoico, o PABA, e il trolamina salicilato, a differenza dell’ossido di zinco e del biossido di titanio che sono invece sicuri per la salute umana. Un’ottima strategia per essere certi di acquistare una crema solare conforme alle ultime normative vigenti in materia è, pertanto, quella di puntare su un prodotto di recente produzione: in questo modo avrete la certezza che quello che state utilizzando è un solare sicuro, efficace e che non è stato rimesso in vendita dopo un lungo periodo di stoccaggio in magazzino.

Restando sempre in tema di sicurezza, gli esperti consigliano inoltre di utilizzare, almeno durante le prime esposizioni, un SPF (Sun Protection Factor) tra +50 e +60, mentre per i bambini è preferibile usare un prodotto a loro dedicato.

Tutte le creme solari, in effetti, offrono uno specifico livello di protezione, in genere compreso tra 15 e 50, e i produttori, a differenza di quanto accadeva in passato, hanno l’obbligo di indicare anche il valore più basso del range, in modo che l’utente possa scegliere senza remore il prodotto adatto alle proprie esigenze. 

 

 

Come capire se il solare è scaduto

La legge, quindi, stabilisce che un solare può essere usato fino allo scadere del termine indicato sull’etichetta. La normativa, però, si riferisce ai prodotti opportunamente conservati, poiché anche i solari richiedono specifiche modalità di conservazione affinché i filtri contenuti rimangano integri ed efficaci.

Come tutti i dermocosmetici, devono essere riposti in un luogo fresco e asciutto, e possibilmente al riparo dalla luce e da fonti di calore. Visto, però, che stiamo parlando di prodotti che verranno perlopiù utilizzati in spiaggia, potrebbe non essere così semplice rispettare queste regole, ma con qualche piccola accortezza non si correranno rischi inutili. A tal proposito, vi consigliamo di riporre il cosmetico all’interno di una borsa chiusa e all’ombra, in modo da non lasciarlo al sole, e di rimuovere eventuali residui di sabbia e sporco dall’erogatore.

Infine, se non ricordate con esattezza la data di apertura, potete effettuare dei piccoli test per capire se la lozione può essere ancora utilizzata in modo sicuro. Annusate attentamente il contenuto e applicate qualche goccia sulle dita per verificarne la consistenza: se l’odore e la texture non sono cambiate, allora potete continuare a usarla tranquillamente, ma se dopo averla applicata sulla pelle vi accorgete che non garantisce più la stessa protezione di un tempo, è bene buttarla via e comprarne una nuova.

Come già anticipato, una crema solare scaduta si traduce in filtri non più idonei a proteggere la pelle dall’azione dannosa dei raggi UVA e UVB, per cui l’ideale sarebbe acquistare ogni anno un formato non eccessivamente grande, così da consumarlo tutto entro il periodo indicato ed evitare inutili sprechi. Ricordate, infine, che usando un filtro che ha perso la sua efficacia si aumenta il rischio di macchie solari, irritazioni, scottature e, nella peggiore delle ipotesi, di tumori alla pelle, quindi prestate sempre la massima attenzione alla scadenza del prodotto e a quando riportato sulla confezione.

 

 

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