Dove finisce l’universo?

Ultimo aggiornamento: 07.05.24

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Una domanda, è il caso di dirlo, da un milione di dollari. Ecco tutto ciò che sappiamo sull’universo conosciuto e cosa si trova al di là dei confini.

 

L’universo può essere considerato un immenso contenitore, all’interno del quale si trovano tutti gli oggetti che gli scienziati stanno ancora catalogando: pianeti, stelle, comete, nebulose, galassie, radiazioni e così via. Detto questo è comunque naturale chiedersi dove finisce l’universo? A oggi non siamo ancora riusciti a stabilire i confini dell’universo ma, pensandoci bene, se anche riuscissimo a trovarli le domande non si esaurirebbero lì, dando vita a una serie di quesiti ancor più intriganti che per ora sono ancora considerati solo in ambito teorico, come per esempio cosa c’è oltre l’universo?

 

La nascita dell’universo

Poiché nessun esponente della razza umana ha presenziato all’evento, tutto ciò che abbiamo sono teorie riguardo al momento in cui l’intero universo ha avuto inizio. Si parla di Big Bang, un grande scoppio metaforico che potrebbe essere avvenuto 13,7 miliardi di anni fa, dando vita all’espansione dell’universo conosciuto e alla nascita stessa del tempo. Sebbene sia la più accreditata, non è la sola teoria riguardo alla nascita dell’universo, così come differenti sono anche i modelli stessi che lo suddividono in tre tipologie essenziali: chiuso, aperto e piatto.

L’universo chiuso ha un destino unico, rappresentato dal collasso della materia quando giungerà al suo punto massimo di espansione, il Big Crunch, potenzialmente seguito da un ulteriore Big Bang in un ciclo di morte e rinascita continuo. Il sistema piatto, o stazionario, è continuo e non cambia nel tempo, mentre quello aperto prevede invece un’espansione senza limiti, secondo il quale l’universo è infinito.

La fine dell’universo

Quando si parla di fine, non ci riferiamo necessariamente ai confini dell’universo ma propriamente ai suoi ultimi momento di vita. Abbiamo già accennato al Big Crunch, che prevederebbe il collasso di tutta la materia esistente in un nuovo Big Bang, ciononostante non tutti gli scienziati accettano tale possibile evento ma alcuni parlano invece di Big Rip, un grande strappo. Il risultato, pur non essendo uguale, è molto simile, ma a essere affascinante è il come si potrebbe arrivare a tale evenienza. 

Nel 1998 alcune rilevazioni astronomiche hanno dimostrato come l’espansione dell’universo sia tutt’altro che rallentata e, anzi, abbia subito un’accelerazione, un evento davvero straordinario e inizialmente privo di alcuna logica. Per riuscire a comprenderne il motivo gli studiosi hanno preso in considerazione l’energia oscura, diffusa nell’universo anche se non rilevabile in modo univoco. 

Qualora questa dovesse crescere in maniera esponenziale l’universo come lo conosciamo verrebbe ridotto a pezzi, con la disintegrazione progressiva di stelle e pianeti ridotti ad atomi poiché non più tenuti insieme dalla forza di gravità. Uno scenario terribile che potrebbe, secondo i calcoli degli autori dell’ipotesi, avvenire in un periodo di circa 20 miliardi di anni.

 

Cosa c’è fuori dall’universo?

Bisogna capire cosa si intende con confine dell’universo prima di chiedersi cosa vi sia oltre. La scienza ci parla innanzitutto di universo osservabile, ovvero una sorta di sfera al cui centro abbiamo l’osservatore, ovvero noi, che si estende per un diametro di 93 miliardi di anni luce. Questo limite non è imposto dalla tecnologia a nostra disposizione ma è invece legato alle leggi della fisica che governano la velocità della luce. Se quindi ipoteticamente dovessimo spostare l’osservatore verso uno dei confini, molto probabilmente potremmo prendere in considerazione altre porzioni di universo.

Secondo la teoria fisica del multiverso, oltre l’universo in cui viviamo ve ne sarebbero altri, dimensioni parallele generate dai buchi neri. Dalla postulazione di questa teoria ne sono nate molte altre, come quella delle stringhe e delle superstringhe o, quella che ha riscosso maggior successo date le osservazioni, degli universi a bolla, in cui le costanti fisiche sono sempre diverse.

Secondo le ultime pubblicazioni del compianto Stephen Hawking, in realtà questi universi alternativi non sarebbero governati da leggi fisiche diverse dalle nostre e, anzi, non sarebbero per niente così differenti, eliminando quel fattore che ci renderebbe così “speciali” da vivere in un modello perfetto e adatto alla vita.

 

Chi ha creato l’universo

Un quesito a cui nessun essere umano può dare una risposta sicura. Chi ha una visione del mondo profondamente religiosa potrebbe attribuire la nascita di tutta la materia a un’entità superiore, che assume diversi nomi in base alle tradizioni, mentre gli scienziati sono più propensi a dare spiegazioni meccanicistiche che rispondano a “cosa ha creato l’universo” più che “chi”.

Cercare di capire come tutto ha avuto origine potrebbe aiutare gli esseri umani a capire verso cosa sono diretti, aprendo non solo dibattiti scientifici ma filosofici. Molti sono gli autori che hanno provato a mediare tra i due aspetti come Jiddu Krishnamurti con libri come Dove il tempo finisce, ma la strada per comprendere i segreti dell’universo è ancora molto lunga e impervia, difficilmente percorribile con il solo uso di un telescopio.

 

Per saperne di più

Gli utenti che trovano intrigante l’argomento e vorrebbero saperne di più possono acquistare testi scientifici e non che aiutino a esplorare in modo consono il tema. Esiste un’ampia bibliografia da cui attingere, tra cui troviamo testi fondamentali come La teoria del tutto e La chiave segreta per l’universo, entrambi di Stephen Hawking, La cosmologia nel 21esimo secolo di Vera Reuben, o Filosofia del Mondo: Cosmologia filosofica per chi preferisce invece un approccio che inglobi anche altri approcci come quello filosofico.

Se da un lato è bene conoscere l’inizio di alcune teorie, come per esempio quelle di Einstein, in ambito scientifico tutto cambia molto rapidamente, con nuove scoperte in grado di sovvertire l’ordine delle cose aprendo nuovi scenari ancora inesplorati, per questo motivo è bene restare sempre aggiornati con le nuove pubblicazioni. Per quanto interessante sia un testo del 1800 scritto dai primi teorici fisici, alcune delle loro intuizioni potrebbero essere oggi superate grazie a strumenti tecnologici che ci permettono di saperne di più, cercate quindi di optare sempre per materiale pubblicato recentemente.

 

 

 

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1 COMMENTI

Angelo

April 8, 2022 at 3:53 pm

se l’Universo ha un diametro di 93 miliardi di anni luce vuol dire che comunque e’ finito,ossia ha dei confini.E allora cosa c’e’ al di la’ di questi confini? La mente si perde

Risposta

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