Sebbene sia una risposta fisiologica dell’organismo agli attacchi degli agenti patogeni, quando si tratta di bambini bisogna adottare qualche precauzione in più per tenere la situazione sotto controllo.
In età pediatrica la febbre è un sintomo comune e, in genere, non grave su cui purtroppo circolano ancora tanti falsi miti e sciocche credenze popolari. La sua comparsa tende spesso a creare paura e ansia nei genitori, soprattutto se si manifesta in modo improvviso e la temperatura corporea raggiunge livelli elevati.
Visto che sull’argomento se ne sentono di tutti i colori, per aiutare mamma e papà a prendere in mano la situazione, evitando inutili allarmismi, abbiamo creato una guida che si propone di fare chiarezza sul tema, indicando quali sono le precauzioni e le accortezze da adottare per gestire la febbre in modo corretto e senza farsi travolgere dal panico.
I sintomi a cui prestare attenzione
Come già anticipato (e se non ci credete chiedete pure al vostro pediatra di fiducia!), la febbre nei neonati è un evento transitorio che si risolve spontaneamente nel giro di qualche giorno e – a meno che l’organismo non venga colpito da infezioni più gravi di una banale influenza – il riposo e una terapia farmacologica appropriata dovrebbero essere sufficienti a far abbassare la temperatura.
Dal momento che in questi casi la prevenzione gioca un ruolo fondamentale in termini di cura e guarigione, è importante che i genitori conoscano e sappiano identificare i sintomi tipici della febbre, tra cui respiro affannato, arrossamento cutaneo, sudorazione abbondante ed eccessiva produzione di muco.
Fermo restando che preoccuparsi è lecito in qualsiasi situazione, la prima cosa da fare in presenza di uno stato febbrile è misurare la temperatura al piccolo per valutare l’entità del problema e contattare, se necessario, il pediatra per avere un consiglio o richiedere il suo intervento.
Le possibili cause della febbre
Com’è facile intuire, i sintomi della febbre nei bambini possono essere diversi e, a seconda della gravità della malattia, potrebbero associarsi ad altri “campanelli d’allarme” che è bene non sottovalutare in nessun caso.
Tra le cause più comuni troviamo mal di gola, infezioni alle vie respiratorie, eruzione dentaria e sepsi di origine batterica o fungina; mentre sintomi all’apparenza “anomali” (come eritemi, rush cutanei, vescicole, convulsioni, ecc.) possono derivare dalla contrazione di malattie esantematiche o altre patologie infettive tipiche dell’infanzia.
Ricordiamo, inoltre, che i bambini di età compresa tra i due e i sei anni possono ammalarsi anche più volte nel giro di un anno, ma senza che questo comporti alcun rischio per la loro salute, anzi avere più volte la febbre significa sviluppare un maggior numero di anticorpi che andranno a rafforzare il sistema immunitario.
Va, inoltre, aggiunto che i bimbi che frequentano l’asilo nido o le scuole materne sono più esposti alle infezioni virali, poiché la permanenza prolungata nei luoghi chiusi e il contatto con i coetanei agevola la diffusione di virus e batteri.
Come misurare la febbre al bambino
Dopo la messa la bando del mercurio, in vendita si possono trovare numerosi termometri digitali che permettono di rilevare la temperatura corporea in modo sicuro e senza causare particolari disagi al bambino.
I modelli attualmente disponibili sul mercato si differenziano tra loro per il metodo di misurazione, che può avvenire per via rettale, orale, frontale, ascellare o auricolare, assicurando un rilevamento preciso dei dati con tempi di attesa abbastanza rapidi.
Premesso che il miglior termometro auricolare venduto online è quello che permette di misurare la temperatura a distanza per garantire la massima igiene e sicurezza, resta da capire quale sia la tecnica più efficace per avere risultati precisi e soprattutto affidabili. Secondo gli esperti, i modelli più accurati sono i termometri rettali, che andranno inseriti con delicatezza nel retto del bambino dopo aver lubrificato la sonda con un prodotto specifico.
L’unico inconveniente è che il piccolo paziente dovrà restare in posizione supina per qualche minuto e, se proprio non vuole saperne di stare fermo, una valida alternativa potrebbe essere l’utilizzo di un termometro auricolare a infrarossi. Più pratici e facili da usare rispetto alle versioni orali e ascellari, vanno posizionati per un paio di secondi nel canale uditivo del bimbo o puntati direttamente sulla fronte a una distanza compresa tra i tre e i cinque centimetri. Inoltre, si potrà leggere il responso in pochi istanti sui display digitali dei quali sono generalmente provvisti.
Rimedi e precauzioni
Sebbene la presenza di febbre alta possa indurre molti genitori a precipitarsi dal medico, se non addirittura al pronto soccorso, non è il caso di allarmarsi o farsi prendere dal panico se la temperatura del piccolo fatica a scendere. Bisogna, inoltre, considerare che la maggior parte dei farmaci antifebbrili – spesso somministrati con troppa leggerezza – non sono sempre efficaci, visto che non tutti i sintomi sono uguali e non tutti i neonati rispondono alle terapie farmacologiche allo stesso modo.
Quindi, se non volete rimpinzare il vostro frugoletto di medicine inutili, e talvolta anche pericolose, potete comunque gestire la situazione in modo ottimale adattando alcuni accorgimenti convalidati dalla FIMP (Federazione italiana dei medici pediatri).
Innanzitutto, è buona norma lasciare il bimbo riposare in un luogo fresco e non troppo caldo, senza però coprirlo in maniera eccessiva quando dorme. A meno che non senta molto freddo o abbia i brividi, è bene posizionare sul letto delle lenzuola leggere e traspiranti per consentire al corpo di disperdere il calore generato dalla febbre e dalla sudorazione che ne deriva.
Altra accortezza da seguire è fargli bere molta acqua per mantenerlo idratato, magari preparandogli una camomilla, una tisana o un succo di frutta da assumere a intervalli regolari con piccoli sorsi.
Per favorire l’abbassamento della temperatura corporea quando la febbre supera i 38°C, si consiglia di effettuare degli impacchi con acqua fredda sulla fronte, l’inguine e i polsi e, se il bimbo non vuole mangiare, sarebbe meglio non forzarlo e preparargli un pasto caldo solo quando necessario.
Queste prescrizioni, ovviamente, valgono solo nei casi in cui la febbre alta risulti facilmente gestibile e non si accompagni ad altri sintomi più gravi, nel qual caso sarà necessario contattare il pediatra affinché possa diagnosticare l’entità della malattia e prescrivere una terapia adatta al caso specifico.
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