Febbre alta: cosa vuole dirci il nostro corpo?

Ultimo aggiornamento: 02.11.24

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La febbre può essere il sintomo di qualcosa che non va all’interno del nostro organismo: ma che cos’è e quali sono i rimedi naturali per farla abbassare?

 

Alleata o nemica?

La febbre viene da molti trattata come un sintomo pericoloso, e questo comporta una crescita di ansia e angoscia non solo nei malati ma anche in chi gli sta intorno. In realtà non comporta danni cerebrali permanenti, e comunque bisogna preoccuparsi solo quando si sfiorano temperature molto alte come i 40 o 41 gradi.

L’uso di farmaci in un adulto, che non ha patologie pregresse ed è comunque stabile, diventa superfluo, anche perché, se prima non si conoscono con certezza le cause, potrebbero anche diventare controproducenti.

Se poi l’alta temperatura è causata da un’infiammazione delle meningi, che ha poco a che fare con altri problemi legati a gola e orecchie, ancor di più curare con i medicinali non servirebbe a nulla.

In quest’ultimo caso, più che stare attenti alla temperatura che può rimanere anche ai 39 gradi, bisogna prestare attenzione ad alcuni segnali manifesti come la sonnolenza, l’irritabilità e una cefalea più accentuata del normale.

Nei bambini temperature elevate possono comportare la nascita di convulsioni, per cui si perde conoscenza a causa di ripetuti e forti stimoli elettrici al cervello; in questo caso dovete portarli d’urgenza in ospedale.

Attenzione anche al nuovo Coronavirus: spesso la febbre è la prima a comparire, seguita da alcuni sintomi più o meno gravi come respiro corto, tosse secca e a volte anche problemi intestinali; per fortuna il miglior termometro a infrarossi sul mercato potrà aiutarvi a misurare la temperatura da lontano e senza rischi.

Detto questo, diventa chiaro che la febbre non è una vera e propria malattia, ma nasce proprio per contrastare la presenza di intrusi che potrebbero nuocere all’organismo o danneggiarlo.

Non a caso, il rialzo di temperatura è una delle pratiche di base della chemioterapia, per la cura a numerosi tumori: l’ipertermia attiva i meccanismi immunitari che iniziano a lottare contro le cellule maligne.

A questo scopo sono stati creati anche appositi macchinari che sono in grado di riscaldare a 42 o 43 gradi le zone del corpo particolarmente colpite fino a un tempo di 90 minuti; sono molto usati anche nel caso di tumori più superficiali.

I farmaci utilizzati per abbassarla

La temperatura corporea può essere abbassata tramite mezzi sia fisici sia chimici; i primi di solito vengono sottovalutati ma possono essere comunque efficaci per debellare il sintomo al suo stato primordiale.

Per esempio, una spugnatura di acqua tiepida potrebbe aiutare a calare i brividi freddi e il senso di spossatezza, unito all’assunzione di vitamine e di acqua in abbondanza, per evitare di disidratarsi.

Quando la febbre rimane comunque molto alta, uno dei primi farmaci che si assume è quello a base di paracetamolo: si tratta del principio attivo antipiretico più efficace in assoluto, perché in tempi relativamente brevi è capace di mettere un freno alle alte temperature e svolge allo stesso tempo una funzione analgesica.

Può essere assunto sia da adulti, sia da bambini perché è relativamente sicuro, pur non essendo esente da qualche controindicazione: per questo motivo è sempre consigliato rivolgersi al medico, anche se non c’è bisogno di una vera e propria prescrizione per acquistarlo in farmacia.

Fate attenzione anche al foglietto illustrativo, essenziale per chi assume il farmaco una delle prime volte; all’interno sono segnate tutte le indicazioni e anche per chi è consigliata l’assunzione o meno.

Al secondo posto c’è la famosa aspirina, il principio attivo antinfiammatorio non steroideo, ovvero FANS, ottimo per contrastare dolori anche piuttosto persistenti; appartiene precisamente al gruppo dei salicilati.

Risulta molto efficace anche per contrastare i sintomi influenzali più lievi, come l’emicrania o il raffreddore: anche se va usato con piccoli dosaggi e al pari del paracetamolo, è meglio consultare il dottore prima di usarlo.

Accanto all’aspirina non può mancare l’ibuprofene: è un principio attivo appartenente sempre alla categoria degli antinfiammatori non steroidei e, oltre ad avere una funzione analgesica, è in grado di esercitare un’azione antipiretica.

E’ consigliato soprattutto nella cura per bambini, poiché agisce in maniera immediata ed è facilmente sopportabile e smaltibile. Quando la febbre è molto alta, a volte viene somministrato il paracetamolo insieme all’ibuprofene, perché hanno un’azione ancora più forte e attiva nel trattamento del dolore.

Tuttavia viene sconsigliato dai dottori perché, in una fase di disidratazione del bambino, il mix potrebbe causargli problemi ai reni.

 

I rimedi naturali

Sempre su consiglio medico, è possibile ricorrere a diversi rimedi naturali, che possono far scendere la febbre senza dover richiedere l’ausilio dei farmaci; in particolare aiutano a sentire un maggiore sollievo e diminuire il senso di affaticamento e stanchezza.

Alcuni dei migliori toccasana sono le piante medicinali, in grado di favorire un’abbondante sudorazione, disperdendo così il calore in eccesso e favorendo l’abbassarsi della temperatura corporea.

Sono spesso assunte sotto forma di vere e proprie tisane a base di camomilla, cannella, tiglio e menta. In più, potete accompagnare tale azione benefica a un diffusore: si tratta di un dispositivo in grado di spandere nell’aria oli profumati e dalla funzione purificatrice, come per esempio quello a base di tea tree, eucalipto o timo.

Anche l’alimentazione è un fattore fondamentale per garantire una rapida guarigione al proprio corpo; liquidi, brodo di pollo e verdure fresche o tritate sono essenziali se si vuole donare all’organismo il giusto grado di minerali.

Ci sono anche dei veri e propri ingredienti per trattare la febbre, tra cui la curcuma, la cipolla e i chiodi di garofano, che hanno anche un’ottima azione anestetizzante, non troppo forte ma rilassante.

I più coraggiosi possono cimentarsi in una ricetta singolare per eliminare in poco tempo gli ultimi residui febbricitanti: si tratta della tisana a base di aglio e limone. Prendete un pentolino e inserite un limone intero ben lavato insieme a mezzo spicchio d’aglio, dopo di che lasciate bollire per circa sette minuti; il sapore non sarà dei migliori ma vi sentirete subito meglio.

Nella fase più acuta in teoria va bevuta almeno ogni quattro ore, sebbene possa sembrare una tortura; quando invece la febbre inizia ad abbassarsi va bene assumerla ogni due o tre giorni come prevenzione.

 

 

 

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