Fare trekking nella Sardegna meno conosciuta e più intrigante

Ultimo aggiornamento: 24.04.24

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La Sardegna regna incontrastata per le sue spiagge, ma anche chi vuole praticare trekking su quest’isola può trovare percorsi interessanti da intraprendere

 

Fare trekking in Sardegna vuol dire avventurarsi tra falesie, grotte, cascate e anche canyon: i sentieri escursionistici più conosciuti sono quelli per i quali è necessario organizzarsi, in quanto prevedono diversi giorni di viaggio, percorsi molto impervi, tanto da essere riservati solo ai trekker più esperti.

Questo soprattutto perché i sentieri non hanno una tracciatura puntuale, per cui è necessario avere una buona conoscenza della zona o, in alternativa, farsi accompagnare dalle guide. Potrete fare trekking sul Gennargentu, arrivando fino a punta La Marmora, alta ben 1834 m: qui sarà possibile ammirare il panorama costiero, osservando anche aquile reali e mufloni. Molto gettonate anche le escursioni sull’Ogliastra, in particolare l’itinerario che prevede quattro ore di viaggio, da Ruinas fino a punte come Florisa e la Della Croce.

 

Ogliastra: per visitare paesaggi da sogno

Questa zona è ricca di foreste di lecci, rocce, sorgenti, nuraghi e laghetti, che è possibile visitare anche a bordo del Trenino Verde. Molto conosciuta qui is Tostoinus, detta anche località delle “montagne della luna”. 

Dalla foresta di Montarbu partono vari itinerari, come il sentiero Ermolinus, che porta a s’llixi ‘è Canali, ovvero un leccio alto ben 18 m. Un altro percorso porta a Taccu Isara, un altro ancora alle grotte di su Marmuri di Ulassai. C’è anche un sentiero dedicato all’artista Maria Lai, che prevede la visita a diverse sue opere lungo il tragitto. 

Trekking di più giorni, tra paesaggi d’acqua e foreste

Se volete praticare trekking nel sud Sardegna, nella zona dei Tacchi ci sono Barbagia di Seulo e Sarcidano, che hanno, lungo il tragitto, abitazioni di pastori e carbonai. Se intraprendete il cammino da Pala de Nuraxi ad Addolì, potrete godere di tanti monumenti naturali, come is Janas, una grotta che, si dice, sia stata dimora di personaggi mitologici.

A poca distanza potrete vedere anche la cascata su Stampu ‘e su Turrunu, dove l’acqua sgorga dall’interno di un foro e finisce per creare un laghetto. Un tragitto adatto un po’ a tutti è quello che va da Sadali e arriva fino ad Arcu ‘e Spineddai, ma c’è anche quello dalla vedetta di Pranedda Ollastru, che offre una vista sulla valle del Flumendosa, prima di arrivare al nuraghe Adoni.

 

Trekking Selvaggio Blu: il più lungo e impegnativo

Il sentiero del Selvaggio Blu è uno dei più faticosi di tutta l’Europa, perché comporta un trekking di più giorni, in tutto sette, che prevede anche parti di arrampicata e ferrata e non include dei punti in cui riposarsi: dovrete infatti portare con voi acqua e cibo.

Il percorso prevede 50 km da Santa Maria Navarrese a Cala Gonone; sarà possibile vedere Pedra Longa, uno stupendo monumento naturale. Non mancano anche scale in ginepro, che permettono di venire a contatto con una montagna che appare come inaccessibile.

La traversata del golfo di Orosei tocca lo stesso percorso del Selvaggio Blu ma si limita soprattutto all’entroterra: qui il trekking è più facile, anche se sempre abbastanza impegnativo. I giorni di cammino sono cinque e non sette, ma i punti di partenza e di arrivo sono gli stessi.

 

La costa est

Questa zona è raggiungibile anche a piedi, con le proprie scarpe da trekking ma è possibile alternare il cammino a un tuffo nel mare. Attraverso un tragitto ben delineato si raggiunge, in circa un’ora e mezza, Cala Goloritzè, partendo da su Porteddu e snodandosi lungo bacu Goloritzè, circondato da archi di roccia, alberi secolari, gole e ricoveri di pastori.

Se la discesa non comporta grosse difficoltà, il ritorno, che è in salita, invece mette alla prova il fisico con il suo dislivello da 500 m. Questa zona è conosciuta per l’Aguglia, ovvero un monolite in calcare, meta di escursionisti e climber di tutta Europa. 

Richiede invece l’assistenza di una guida il percorso per raggiungere Cala Mariolu, una spiaggia costituita da sassi rotondi. Qui il tempo di esecuzione è di circa sei ore, tra andata e ritorno: si parte dal Golgo per raggiungere la chiesa di San Pietro; poi si sale verso punta ‘e Lattone, da cui si scende fino a un arco scavato nella roccia.

Ci vogliono sempre sei ore per raggiungere Cala Luna e ritornare indietro: da Teletottes si imbocca un sentiero che costeggia Codula di Luna, fino ad arrivare alla spiaggia, con sabbia chiara e molto morbida. 

Gorropu, per i più esperti

La grande traversata del Supramonte è uno dei percorsi più impegnativi, anche se tra i più emozionanti per chi ama fare trekking. Qui ci sono infatti molte mete raggiungibili in giornata, soprattutto la gola di Gorropu, un canyon tra i più profondi d’Europa, alto 500 m e accessibile solo a piedi attraverso tre sentieri. 

A nord si passa nella valle di Oddoene, che costituisce il percorso più semplice, in quanto prevede due ore di cammino, partendo da ponte sa Barva, lungo il rio Flumineddu, fino ad arrivare al suo ingresso. 

A sud invece la partenza è dagli ovili di Sedda ar Baccas, che è percorribile in circa tre ore e mezzo, tra andata e ritorno. Incontrerete la discesa ripida lungo s’Ischina ‘e sa raicca, che porta a Piscina Urthaddala, e sa Giuntura, che è l’unione dei fiumi Orbisi e Flumineddu.

Dopo aver guadato il Flumineddu, raggiungerete i nuraghi Mereu e Gorropu, tonanti in mezzo al bosco con la loro superficie in calcare bianco. Infine, a est del canyon, si parte da Genna Silana per l’ultimo itinerario, che ha una durata di un’ora all’andata e due per il ritorno.

Il vantaggio è che questo sentiero è ben segnato ma presenta un dislivello: attraversando il bosco potrete godere delle felci, fino ad arrivare all’ingresso di Gorropu, una meta che potrete raggiungere anche tramite sa Barva. 

 

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