La vitiligine è una malattia autoimmune che colpisce il sistema immunitario, alla quale non basta la migliore crema depigmentante in commercio. Non ne sono stati immuni personaggi come Michael Jackson.
Manifestazioni e sintomi
La malattia, come già accennato, causa un progressivo scolorimento della pelle, ma in maniera non uniforme. Come mai? Il nostro organismo è una macchina che funziona tramite sottili interconnessioni e equilibri: basta poco a sconvolgere la situazione.
In questo caso vi è una perdita di funzione da parte di alcune cellule che producono la melanina, il pigmento che dà colore alla nostra pelle, dei capelli e degli occhi. Infatti, coloro che sono affetti dalla malattia spesso accusano anche la caduta di numerose ciocche, o lo sbiancamento precoce di barba e peli.
Generalmente si manifesta in età giovane con una percentuale di chiazze bianche concentrate soprattutto in alcune aree specifiche come il viso, le braccia e le gambe. Non è chiaro in che modo si estenda, e fino a quando, ma è palese che non colpisce tutti gli individui allo stesso modo, poiché essi presentano tutti delle zone depigmentate diverse.
Essendo una malattia che si manifesta in modo forte sulla pelle, nell’antichità si credeva fosse lebbra e la concezione di un problema contagioso è arrivata fino ai nostri giorni.
Anche se è stato dimostrato che effettivamente non è così, spesso le persone affette da questo disturbo vengono emarginate ed allontanate, o spesso discriminate per il colore indefinito e chiazzato che li fa sembrare simili a “mucche”.
Per questo è vissuta come un disagio e oggi sono numerose le cure che stanno cercando di ideare per eliminare o almeno ridurne gli effetti, anche perché in alcuni casi può portare a delle complicazioni interne.
Le cause
Cosa porti la formazione della vitiligine ancora non si sa, ma diversi studi hanno avanzato ipotesi comuni o contrastanti. Di sicuro c’è il fatto che, per qualche motivo genetico, la malattia si sviluppi in modo latente, per poi manifestarsi a contatto con un agente esterno che induce i melanociti a distruggersi e scomparire, producendo quindi i primi effetti sulla pelle.
Una teoria comunemente accettata è quella che ne vede l’origine in uno stimolo autoimmune, cioè quando il nostro corpo si sente minacciato da cause esterne, come ad esempio infezioni varie, produce degli anticorpi che attaccano in modo sbagliato i melanociti e ne favoriscono l’eliminazione.
Fin qui sarebbe semplice pensare a una cura, se non fosse per il fatto che il nostro organismo si sta abituando sempre più a non essere a contatto con batteri e virus, attraverso cibi trattati e l’uso di detergenti specifici che proteggono il corpo, che aumentano la possibilità dei cosiddetti “anticorpi impazziti”, in grado di attaccare le cellule. Per questo è sempre più difficile capire l’origine delle patologie autoimmuni.
Tra l’altro, oltre al fattore sole, che è uno degli elementi che possono favorirne la comparsa e l’accrescimento, soprattutto in caso di scottatura, alcuni studiosi hanno dimostrato che la vitiligine si sviluppa anche a seguito di alcuni traumi emozionali di un certo spessore, come ad esempio un periodo di grande stress, perdita del lavoro e simili.
Un modo per curarla c’è?
Se non si conosce la vera origine della malattia, è possibile comunque ridurne gli effetti? Con un po’ di pazienza e accortezza sì! Le macchie devono essere coperte e non esposte al sole se non con una protezione adeguata, e inoltre anche le altre zone devono essere tenute sotto controllo e non lasciate troppo esposte ai raggi UV, perché questo potrebbe favorire l’aumento delle chiazze bianche e della malattia.
I metodi poi più efficaci sono quelli tecnologici e artificiali, primo tra tutti la fotochemioterapia, un metodo poco invasivo e con una componente tossica minima che si serve di particolari farmaci sensibili alla luce e che tramite una radiazione luminosa intaccano ed eliminano la componente impazzita.
Viene usata spesso anche per combattere funghi e altri virus. Inoltre un altro metodo efficiente, sperimentato negli ultimi anni, è quello della terapia a base di corticosteroidi, ormoni che svolgono l’effetto di ripigmentazione della pelle danneggiata con la sinergia di alcuni farmaci bio.
La malattia anche con questo tipo di cura è raro che scompaia del tutto, però si sono verificati alcuni casi molto rari in cui i pazienti hanno subito un notevole miglioramento nel giro di poco tempo e sono arrivati addirittura alla guarigione.
Hanno infatti avuto la progressiva scomparsa delle macchie e la formazione di una cute più colorita e uniforme con le altre zone del corpo. I risultati maggiori si riscontrano nei bambini ai primi mesi di vita, che esposti alla cura con steroidi in una fase ancora non aggressiva della malattia, tendono a guarire rapidamente, o se non altro a rallentare in modo significativo il processo infiammatorio dei melanociti.
Domande frequenti
Esistono dei cosmetici che aiutano a coprire le chiazze? Ci sono in commercio diverse creme depigmentanti (controllare qui la lista delle migliori offerte) o colorate create appositamente per nascondere i difetti della pelle, specialmente quelli più invasivi che vanno oltre la semplice acne e i punti rossi.
Si può fare un tatuaggio quando si ha la vitiligine? Certo, ma è bene sapete che quando la malattia si estende tende a creare nella zona in cui è stata incisa la pelle delle formazioni granulari che ne deformano il disegno, anche se non si sbiadisce.
Oltre che all’esterno, la malattia ha riscontri anche interni? Molto probabilmente, essendo autoimmune, può andare ad intaccare anche altri organi causandone il malfunzionamento; spesso infatti le persone affette da vitiligine soffrono anche di disturbi gastrointestinali, di ipertiroidismo ecc..
Chi ha la vitiligine può trasmetterla? Non è una malattia contagiosa, ma se avete intenzione di fare figli è possibile che essa si trasmetta geneticamente, sebbene comunque sia un caso molto raro.
Come superare il disagio? Un elemento che può aiutare moltissimo nell’accettazione del disagio e di sé potrebbe essere quello di effettuare la psicoterapia, che può anche portare ad una remissione della malattia in quanto abbassa i livelli di stress psicofisico.
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