Predisposizione, installazione e manutenzione del climatizzatore

Ultimo aggiornamento: 19.03.24

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Tutto quello che c’è da sapere per realizzare un impianto di climatizzazione domestica che sia efficiente e facile da gestire per quanto concerne la successiva manutenzione.

 

In passato era prassi comune, per chiunque avesse un minimo di esperienza con il bricolage e l’uso del trapano, eseguire da soli l’installazione dell’impianto aria condizionata. Questa situazione, per quanto anomala, era favorita dal contesto; i climatizzatori non erano tecnologicamente avanzati come quelli odierni e consumavano molta elettricità, e questo aspetto ne limitava di molto la diffusione. Di conseguenza le case e gli appartamenti, anche quelli appena costruiti, nella maggior parte dei casi erano sprovvisti della predisposizione al condizionatore.

La realtà odierna è completamente diversa invece, tutti gli immobili di nuova costruzione vengono realizzati in conformità alle norme vigenti; quindi tra i diversi requisiti standard relativi agli impianti di riscaldamento è inclusa anche la predisposizione climatizzatore. L’installazione dell’impianto, inoltre, non può più essere eseguita in proprio o da personale non autorizzato, come si faceva una volta, nemmeno se ci si limita al montaggio della cassetta di predisposizione del condizionatore.

 

I criteri principali della predisposizione per i climatizzatori

La cassetta di predisposizione a cui abbiamo accennato in precedenza è collocata all’interno dell’abitazione. Di solito ne viene messa una in ogni stanza destinata ad accogliere uno split, e serve appunto ad alloggiare i tubi del condizionatore.

Lo schema dell’impianto di condizionamento a split è quello più diffuso, perché gli apparecchi di questo tipo sono più economici e la predisposizione è più semplice da realizzare; lo svantaggio è costituito dal fatto che negli impianti di questo tipo ogni split è dotato della propria unità esterna, quindi occupano più spazio sulle facciate e le spese di manutenzione ordinaria sono più alte.

Se la predisposizione segue lo schema dell’impianto climatizzatore canalizzato, invece, bisogna far passare il tubo del condizionatore lungo tutte le pareti dell’appartamento, in modo da poter raggiungere tutti i split; la lunghezza massima dei tubi del climatizzatore è subordinata alla distanza tra gli split e l’unità esterna, che in ogni caso non può essere superiore ai 10 metri. Di conseguenza questo tipo di predisposizione è conveniente soprattutto quando la casa è ancora in fase di costruzione, in modo da avere l’opportunità di poter scegliere a priori tra la posa del tubo gas sottopavimento o a parete.

Per realizzare la predisposizione canalizzata in una casa già esistente, invece, le opzioni sono due. La prima è quella di fissare le canaline dei tubi a vista, con tutto quel che ne consegue dal punto di vista estetico e della pulizia; la seconda, invece, consiste nello scavare le canalizzazioni nelle pareti e poi chiudere le tracce sul muro con stucco e intonaco, il che implica un oneroso lavoro di ristrutturazione domestica.

Il vantaggio della predisposizione all’impianto canalizzato, però, è quello di dover installare una sola unità esterna, e questo permette di ridurre sia l’impatto estetico sulle facciate dell’immobile sia le successive spese di manutenzione dell’impianto.

 

Gli impianti senza unità esterna

La soluzione migliore dal punto di vista estetico è l’installazione di climatizzatori senza unità esterna. In questo caso bisogna soltanto praticare dei fori nelle pareti che danno sull’esterno della casa, in modo da far passare i tubi da collegare agli apparecchi. Questo tipo di climatizzatori, inoltre, sono obbligatori per legge quando devono essere installati in appartamenti situati nei centri storici o in aree sottoposte a severe restrizioni urbanistiche.

Cosa dice la normativa introdotta nel 2019

Il D.P.R. 146/2018 è stato pubblicato il 9 gennaio del 2019; questa normativa è inerente al controllo delle emissioni dei gas serra, che sono le prime responsabili del surriscaldamento globale e la maggior parte dei quali sono prodotti proprio dai fluidi refrigeranti. Di conseguenza ha come oggetto principale la regolazione della vendita dei gas fluorurati e degli apparecchi che ne fanno uso, il che significa che la disciplina interessa anche agli impianti di climatizzazione.

Oltre a regolarne la vendita, la normativa impone anche delle rigide regole per quanto concerne l’installazione degli impianti di climatizzazione, indipendentemente se destinati all’uso residenziale oppure commerciale; infatti un’installazione fai da te approssimativa, oppure eseguita da personale non qualificato, potrebbe comportare la dispersione di sostanze inquinanti dannose per l’ambiente.

Per agire in accordo alla normativa, quindi, l’installazione deve essere necessariamente eseguita da un tecnico in possesso del patentino di installatore (FGas), l’inadempienza a questa regola comporterebbe pesanti sanzioni pecuniarie anche nel caso degli impianti residenziali. L’installatore, inoltre, ha l’obbligo di rilasciare al cliente una certificazione attestante che l’impianto è stato installato e funziona in piena conformità alle disposizione del D.P.R. 146/2018; anche in questo caso l’inadempienza comporta pesanti sanzioni amministrative e addirittura penali, sia per il tecnico installatore sia per il cliente.

Gli obblighi di legge relativi a questo decreto non sono da prendere sottogamba, perché lo Stato possiede tutti gli strumenti atti a verificare con estrema facilità le eventuali inadempienze; gli acquirenti degli impianti di climatizzazione, per esempio, al momento dell’acquisto sono obbligati a confermare che si rivolgeranno a un tecnico in possesso del patentino che autorizza l’installazione a norma di legge.

Il tecnico designato è obbligato a sua volta a rilasciare la certificazione al cliente, oltre a un libretto di impianto come avviene per le caldaie, inoltre ha l’ulteriore obbligo di registrare la certificazione su uno speciale database informatico insieme al numero di matricola del condizionatore, al numero dell’impianto e al numero della fattura elettronica relativa ai lavori eseguiti. Un Ente pubblico incaricato, poi, provvede a effettuare controlli incrociati, e qualora vengono rilevate irregolarità scattano subito i controlli al domicilio dell’interessato.

La manutenzione del condizionatore

In passato poteva essere eseguita anche dal proprietario dell’impianto, ma dal momento che ormai anche i condizionatori hanno l’obbligo di possedere un libretto d’impianto, è consigliabile rivolgersi a un tecnico certificato anche quando bisogna eseguire la manutenzione ordinaria. Un altro controllo divenuto obbligatorio per legge, inoltre, è quello dell’efficienza energetica, che deve essere eseguito a scadenza biennale o quadriennale a seconda della potenza dell’impianto.

 

 

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