Un bel bicchiere di vino non ha mai ucciso nessuno (anzi!), a patto che non si esageri più del dovuto. Se volete cimentarvi non solo nel consumo ma anche nella produzione, vediamo insieme come farlo da sé in casa.
Il vino è una bevanda che da sempre ha accompagnato l’essere umano e il suo utilizzo risale alla Preistoria, con testimonianze di coltivazione di vigneti databili al 7.000 a.C., è davvero difficile quindi indicare un momento preciso in cui i nostri antenati hanno capito come fare il vino. Non vogliamo però qui farvi una lezione di storia ma semplicemente utilizzare la sapienza in materia acquisita nei millenni per riuscire a creare un buon vino fatto in casa, per chi non vuole acquistarlo poiché dispone di una piccola coltivazione propria o ha acquistato una quantità d’uva notevole da fidati contadini.
Come si fa il vino?
Il primo consiglio per capire come fare il vino in casa, che possiamo dare ai principianti, è quello di selezionare con molta cura l’uva che verrà utilizzata, analizzando ogni acino con cura maniacale, bastano infatti alcuni elementi ammuffiti per rovinare il vino. Sia che si tratti di vino rosso sia che vogliate realizzare invece vino bianco, ricordate che gli acini vanno trattati con cura e possibilmente bisogna evitare di lavarli per evitare che scompaiano i lieviti: attenzione però, se le uve provengono da una vostra coltivazione e non avete utilizzato pesticidi, allora è possibile procedere come indicato, tuttavia se siete in dubbio potete rimuoverli con un lavaggio con bicarbonato, avendo cura però di asciugare attentamente gli acini prima di passare alla fase successiva.
Se siete indecisi sull’uva da scegliere, la regola d’oro è affidarsi a quella di stagione, tenendo conto anche del livello di maturazione di alcune tipologie famose. La ribolla gialla per esempio ha una colorazione dorata mentre la tipologia sauvignon tende più al verde con alcuni riflessi gialli.
Qualora abbiate invece un piccolo podere e dovete effettuare da voi la vendemmia, è importante selezionare alcuni acini campione almeno due o tre volte alla settimana. Successivamente, se non disponete di centri specializzati per scoprire il livello di zuccheri negli acini o macchine come il mostimetro, usato spesso da aziende di medie dimensioni, dovrete affidarvi a tecniche più spartane come l’assaggio. Il sapore deve essere piacevole e non astringente, altrimenti potreste dar vita a un vino con tracce di acidità, come gli spumanti.
Come si fa il mosto d’uva in casa
Subito dopo la raccolta si passa alla pigiatura per la creazione del mosto. Questa può essere eseguita in diversi modi, a seconda delle quantità di vino che vogliamo realizzare. Se state il vostro scopo è quello di capire come fare piccole quantità di vino in casa, allora potete pigiare gli acini con un pestello all’interno di un recipiente, per romperli inizialmente e poi filtrarli con un passaverdura per separare il succo dagli elementi fibrosi.
Qualora dobbiate invece produrre quantità più generose di vino, bisogna necessariamente utilizzare appositi apparecchi, come la pigiadiraspatrice. Successivamente potrete togliere l’uva pigiata e posizionare il tutto in contenitori per la fermentazione del vino. A questo punto entra in gioco l’esperienza del produttore, che può modificare attentamente alcune caratteristiche del mosto, aggiungendo lieviti (procedura opzionale) e metabisolfito di potassio che possiede proprietà antiossidanti. Le quantità in questo caso sono estremamente importanti, per evitare di bloccare la fermentazione è consigliato non andare oltre il cucchiaino per ogni quintale di prodotto.
Il nostro secondo consiglio per ottenere un buon vino è quello di non chiudere il contenitore ma coprirlo semplicemente con un lenzuolo. La temperatura dell’ambiente deve essere tenuta costante, intorno ai 22° C, e più volte al giorno dovrete controllare la fermentazione eliminando le bucce che salgono a galla formando il cosiddetto “cappello”, poiché bloccano l’ossigenazione del vino.
Fermentazione alcolica vino
Questo passaggio inizia precisamente dopo circa 4 ore dalla pigiatura, ricordate infatti i lieviti presenti sulle bucce e che vi abbiamo consigliato di aggiungere? Saranno proprio questi a dare il via al processo che raggiungerà lo stato di ebollizione dopo uno o più giorni, a seconda delle uve utilizzate. Una tecnica che non tutti conoscono è quella del rimontaggio, che prevede l’uso del liquido depositato sul fondo: prelevandolo con una pompa dovrete versarlo sul mosto.
Per capire quando la fermentazione è arrivata al termine dovrete utilizzare degli strumenti come il densimetro, aggiustando gli zuccheri quando necessario servendovi del saccarosio. Dopo un periodo variabile che può andare da 3 giorni a poco più di una settimana, la fermentazione dovrebbe essere conclusa e si può passare infine alla svinatura e al travaso.
Cos’è la svinatura?
Si tratta semplicemente di ottenere il vino separandolo dalle bucce. Non è un’operazione complessa quanto laboriosa e per portarla a termine avrete bisogno di un setaccio, meglio se di vimini. Al termine bisognerà procedere con l’eventuale torchiatura delle bucce, senza esagerare con la pressa che deve semplicemente schiacciare in modo gentile per estrarre il succo di cui sono ancora imbevute. Quando avrete ottenuto tutto il vino possibile, si passa al travaso in un contenitore apposito come una damigiana, utilizzando possibilmente un tubo di plastica.
A tal proposito, il nostro terzo e ultimo consiglio è quello di non agitare il contenitore durante la procedura, in questo modo ridurrete la possibilità che i residui depositatisi sul fondo vengano rimessi in circolo e finiscano nella damigiana. Sigillando il contenitore dovrete lasciarlo riposare ed effettuare almeno altri due o tre travasi durante il periodo che va da novembre a marzo. Verso luglio sarà possibile procedere con l’imbottigliamento ma prima di consumare il vino prodotto dovrete attendere ancora qualche mese, generalmente un semestre.
Ora conoscete tutti i passaggi della produzione casalinga, speriamo che, chi non sapeva come fare il vino abbia ora le conoscenze necessarie per realizzare un’ottima bevanda da condividere con amici e parenti durante i propri pranzi, magari vantandosi delle proprie abilità nel settore.
Vuoi saperne di più? Scrivici!
0 COMMENTI