Con l’articolo che segue non vogliamo indirizzarvi verso l’acquisto di una particolare scopa elettrica a scapito di un’altra. Semplicemente vi spieghiamo i punti di forza e di debolezza delle scope elettriche oggi in commercio, ossia dei modelli tradizionali con filo e di quelli cordless ricaricabili. Dopo aver letto questa guida, potrete decidere quale tipo di scopa comprare, in funzione dei vostri gusti e delle vostre esigenze.
I cinque punti di forza delle scope elettriche ricaricabili
1. Liberi dai fili, liberi di spostarvi da una stanza all’altra e di pulire le scale senza rischiare di inciampare
È questo, senza alcun dubbio, il reale punto di forza delle scope cordless. Ed è per soddisfare la volontà dei consumatori di pulire e spostarsi da un punto all’altro della casa senza avere il filo fra i piedi, che i vari produttori hanno in principio pensato di alimentare le loro scope elettriche con delle batterie ricaricabili. In effetti, il fatto di essere liberi dai fili permette di pulire più agevolmente la casa e in meno tempo. La praticità tocca vette altissime quando si tratta di pulire le scale: il filo, oltre a essere scomodo, è anche pericoloso perché aumenta il rischio di inciampare. La quasi totalità dei consumatori che acquistano scope elettriche ricaricabili lo fa per una questione di comodità.
2. Cambiate accessorio e in un attimo passate dal pulire il pavimento all’aspirazione di divani e imbottiti
Questo plus vale per le scope elettriche ricaricabili a baricentro alto e per le cosiddette “2-in-1”. Le prime concentrano il motore, il contenitore della polvere, la batteria e il manico nella parte alta, risultando efficaci per pulire sotto i mobili e i divani più bassi. Ciò grazie al sottile tubo di prolunga, solitamente metallico, a cui è direttamente fissata la spazzola. Per intenderci, i modelli Dyson appartengono a questa categoria di scope cordless.
Le seconde, ovvero le ricaricabili “2-in-1”, sono invece composte da due unità: l’aspirapolvere vero e proprio, che estratto funge da portatile, e il telaio in cui questo si alloggia, trasformandosi in scopa elettrica. Entrambe le tipologie permettono in pochi gesti, e utilizzando appositi accessori (come spazzole a setole morbide o date di rulli in setole motorizzati), di pulire superfici sopraelevate rispetto al pavimento, con particolare riguardo ai divani e agli imbottiti in generale.
3. Grazie al baricentro alto, le scope cordless si sollevano facilmente per pulire anche soffitti e top di librerie e mobili
Descritte al punto 2. (sopra), le scope a baricentro alto – lo è la gran parte di quelle che utilizzano batterie ricaricabili – si rivelano le più comode. Concentrando il loro peso nel manico, si sollevano facilmente da terra e con un semplice gesto di rotazione del braccio, arrivando anche a toccare le parti alte dei mobili e, se la statura di chi le utilizza lo consente, anche i soffitti. Da questo punto di vista, sono imbattibili nella aspirazione delle fastidiose ragnatele. Basta infatti rimuovere la spazzola per pavimenti e connettere una lancia per le fughe o uno spazzolino rotondo. L’operazione è invece impossibile da eseguire con le scope elettriche cordless di forma tradizionale, il cui motore si trova nella parte bassa.
A conferma dell’agilità delle scope elettriche cordless a baricentro alto vi sono i primi modelli a corrente che propongono lo stesso form factor. Le Ariete Handy Force 2761 e Puppyoo WP526C sono soltanto alcuni esempi.
4. Anche l’estetica vuole la sua parte
Mettete, l’una accanto all’altra, una scopa elettrica tradizionale con filo e con sacco e una senza filo e senza sacco. Osservatele bene e provate a valutare di entrambe il fattore estetico. Noterete che non c’è storia: le più moderne scope elettriche cordless sono più belle. Al punto che i produttori, nelle loro ambientazioni dimostrative, tendono spesso a posizionarle in salotto. Ciò vale soprattutto per i modelli tipo Dyson, che concentrano il motore, il cassetto raccogli-polvere e il manico nella parte alta.
Se siete quindi appassionati di design e volete che gli elettrodomestici di casa abbiano anche un valore estetico, comprare una scopa cordless, di qualsiasi marca essa sia, è ormai un must! Troviamo che al momento la scopa ricaricabile esteticamente più bella sia la Samsung POWERStick Pro VS7500.
5. Si infilano con facilità sotto i letti e sotto i mobili, permettendovi di rimuovere peli e capelli anche nei punti più difficili
Questo è un altro punto a favore della gran parte delle scope elettriche ricaricabili. Quelle che utilizzano un sottile tubo metallico o in plastica per connettere la spazzola principale con l’unità motore si infilano dappertutto. È sufficiente che tra i mobili più bassi e il pavimento ci siano almeno cinque, sei centimetri di spazio, affinché la spazzola riesca ad aspirare tutta la polvere che si deposita sul pavimento sottostante. Come se non bastasse, alcuni produttori inventano soluzioni ancora più pratiche, che consentono, per esempio, non solo di pulire sotto letti e divani, ma di farlo senza chinarsi troppo sulla schiena. Capite a cosa alludiamo se osservate l’immagine della nuova Rowenta Air Force Flex 560.
I cinque punti di forza delle scope elettriche tradizionali con filo
1. La potenza aspirante delle scope elettriche con filo resta superiore a quella delle scope cordless
Per quanto gli sforzi compiuti dai produttori di scope elettriche cordless siano sotto gli occhi di tutti, la loro potenza di aspirazione resta al momento inferiore a quella delle scope tradizionali alimentate alla presa elettrica. Benché le ultime normative europee limitino la potenza di queste ultime a 900 watt, il potere aspirante resta notevole.
Badate inoltre a due aspetti fondamentali: 1. non esiste al momento un’unità di misura standard che dia realmente un’idea della capacità aspirante di una scopa cordless 2. le potenze dichiarate dalle case costruttrici fanno riferimento alle massime velocità di rotazione dei motori. A queste velocità, l’autonomia delle scope ricaricabili si riduce drasticamente (fino a non superare i 5, 6 minuti).
Quanto al modo di esprimere la potenza di una scopa cordless, si usa talvolta l’unità di misura Air Watt, tutt’altro che intuitiva e semplice da spiegare, altre volte il Volt che però indica il voltaggio della batteria. In linea di massima, maggiore il valore delle due unità, maggiore la potenza.
2. L’autonomia delle scope cordless è ancora un limite, specie se si alterna la minima potenza di aspirazione con la massima
Altro terreno di confronto (e scontro) fra le aziende che progettano scope elettriche cordless è quello della autonomia massima. Se fino a un paio di anni fa, era mediamente di 20 minuti, oggi si toccano i 60 minuti. Quanto basta per pulire con discreta calma un appartamento di dimensioni anche grandi.
Tutto molto bello, ma considerate che la massima autonomia dichiarata dalle case produttrici è quella che si ottiene utilizzando la scopa alla più bassa potenza aspirante, quindi non sfruttando appieno le potenzialità del suo motore. Alla massima potenza, l’autonomia subisce infatti un calo drammatico, attestandosi su valori medi di cinque, sei minuti. E ciò vale per le marche cinesi sconosciute ai più, così come per le più blasonate e note, vedi Rowenta, Hoover, De’Longhi e Dyson. L’aspirapolvere senza fili Hoover H-Free 500, oltre a vantare un corpo collassabile, che ne facilita lo stivaggio, ha anche una buona autonomia massima: 40 minuti.
C’è anche un altro elemento da tenere bene a mente. L’autonomia massima tende a ridursi con il tempo, a causa dei ripetuti cicli di ricarica e scarica cui viene sottoposta la batteria. Un po’ come succede con i nostri smartphone, la cui durata tende a ridursi con l’utilizzo. C’è però una buona notizia: diverse scope elettriche cordless permettono di sfilare la vecchia batteria e di inserirne una nuova di zecca, ridando smalto a un elettrodomestico la cui efficienza sembrava ormai compromessa. Ciò porta con sé anche un altro vantaggio: la possibilità di disporre di due o più batterie in modo da raddoppiare l’autonomia complessiva della scopa.
3. Le scope cordless sono più costose di quelle con filo
La differenza è ancora netta, soprattutto se mettiamo a confronto modelli ricaricabili con quelli a filo proposti dallo stesso brand. Pensate per esempio a Rowenta, Hoover, De’Longhi, Ariete, Necchi e via dicendo. L’uso di batterie agli ioni di litio o basate su altre tecnologie chimiche, e dei relativi caricabatterie, fa lievitare il prezzo delle cordless.
Se è possibile acquistare a circa 50 euro una scopa elettrica con filo più che dignitosa, preparatevi a sborsare più del doppio che volete una cordless che garantisca un minimo di affidabilità. E con affidabilità intendiamo: buona qualità costruttiva, potenza aspirante che sia superiore a quella di un semplice aspirabriciole e, soprattutto, servizi post-vendita e di assistenza tecnica degni di questo nome. E badate bene che i casi in cui chi ha comprato le cordless ha dovuto rivolgersi ai servizi di assistenza per risolvere problemi di malfunzionamento sono tutt’altro che rari.
La forbice tra il prezzo delle une e il prezzo delle altre si assottiglia se si prendono in considerazione brand blasonati come Bosch e (soprattutto) Míele. Quest’ultimo continua a concentrare i suoi sforzi sugli aspirapolvere e le scope elettriche con filo, rimandando il lancio delle sue prime hand stick cordless.
A fissare record di prezzi, in ambito cordless, ci pensa invece Dyson che alla presentazione di ogni nuovo modello (nel momento in cui scriviamo, la top di gamma è la V11) oltrepassa il limite posto dal modello precedente. Se infatti volete la sua ultima proposta, la Dyson V11 absolute, il prezzo da pagare supera facilmente i 500 euro.
4. I piccoli e potenti motori con cui sono equipaggiate le scope ricaricabili, ruotando ad altissime velocità, producono spesso molto rumore
Forse non avete mai fatto caso alla tecnologia adottata dalle scope elettriche cordless. I loro motori sono veri e propri capolavori di ingegneria, essendo in grado di ruotare a velocità elevatissime (anche oltre i 100.000 giri al minuto). D’altronde, date le dimensioni minuscole, l’alta velocità di rotazione assume un ruolo fondamentale. A velocità così elevate seguono però rumori abbastanza intensi.
Per rimediare, le migliori marche utilizzano materiali e soluzioni meccaniche fonoassorbenti, con risultati più o meno convincenti. Notevoli passi in avanti sono stati fatti negli ultimi due anni, ma non aspettatevi scope elettriche cordless da passare a cuor leggero anche di notte. I vostri vicini potrebbero non gradire. Al contrario, esistono sul mercato scope elettriche con filo, per esempio le Míele della serie Swing H1, che fanno della silenziosità il loro principale punto di forza.
5. La spazzola motorizzata che quasi sempre si trova nella testina di pulizia si riempie di peli e capelli costringendo a continui interventi manuali
È questa l’ultima nota dolente delle scope elettriche senza filo, per alcuni croce e delizia del proprio elettrodomestico ricaricabile. Per sopperire a potenze di aspirazione non proprio da primato, le scope cordless integrano nella testina di pulizia principale una spazzola di forma cilindrica, dotata il più delle volte da setole. Ruotando ad alta velocità, questa offre un supporto meccanico alla depressione dell’aria rimuovendo effettivamente peli e capelli non solo dal pavimento, ma anche dalle trame dei tessuti, comprese quelle dei tappeti e degli imbottiti.
Peli e capelli che però andranno rimossi manualmente, quando la loro quantità sarà critica magari, aiutandosi con delle forbici o con uno strumento apposito se incluso nella dotazione. Liberare la spazzola rotante da peli di animali, capelli umani e batuffoli di polvere raccolti dal pavimento non è l’intervento più piacevole da svolgere. Fate però attenzione, perché alcuni produttori adottano spazzole rotanti speciali che usano speciali tessuti anziché setole, quindi molto più facili da pulire.
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