×
  • Aspirapolvere
  • Aspirapolvere senza filo e con filo: quali le differenze e quale conviene acquistare
  • Aspiracenere
  • Bidone aspiratutto
  • Robot aspirapolvere
  • La tecnologia ciclonica degli aspirapolvere senza filo. Cosa c’è realmente da capire?

    Ultimo aggiornamento: 07.12.24

    Questo sito si sostiene grazie ai lettori. Quando acquisti tramite i nostri link riceviamo una piccola commissione. Clicca qui per maggiori informazioni su di noi

     

    Quella degli aspirapolvere ciclonici è forse la categoria di prodotto che maggiormente ha colpito, negli ultimi anni, l’attenzione dei consumatori interessati ai piccoli elettrodomestici. Il termine “ciclonico” infatti è sulla bocca di tutti, pronunciato con orgoglio da chi abitualmente pulisce casa e da chi, per scelta o per necessità, deve iniziare a farlo. 

    Ecco che espressioni del tipo “pulitore ciclonico”, “scopa elettrica ciclonica”, “aspirapolvere portatile ciclonico”, “aspiratore a traino ciclonico” e addirittura “motore ciclonico” e “potenza ciclonica” finiscono per diventare di uso quotidiano. 

    Parte del merito (e anche della confusione) va attribuita all’azienda inglese Dyson che ha inventato la tecnologia ciclonica facendone un marchio di fabbrica e costruendo su di essa un successo commerciale che ha visto diventare il suo fondatore, l’ingegnere James Dyson, uno degli uomini più ricchi del Regno Unito.   

    Ma cosa c’è dietro il termine “ciclonico”? È giusto considerare i termini “ciclonico” e “potente” dei sinonimi? E cosa offre oggi il mercato? Proviamo a rispondere nell’articolo di approfondimento che segue.

     

     

    Cosa c’è dietro il termine “ciclonico”?

    Dietro questo termine, di cui ormai si fa uso e abuso, c’è la più recente e utilizzata tecnologia di separazione della polvere dall’aria. Il motore dell’aspirapolvere in sé, di ciclonico ha ben poco. Ruotando ad alta velocità, esso genera un flusso d’aria, dall’esterno verso l’interno dell’aspirapolvere, che si carica di polvere, peli di animali, capelli umani e tutto quello che vogliamo rimuovere dal pavimento. 

    Lo sporco può essere depositato dentro un sacchetto, come avviene negli aspirapolvere tradizionali, o finire dentro un contenitore di forma cilindrica per azione di una potente forza centrifuga che lo separa dall’aria. 

     

     

    L’aria aspirata infatti, giunta dentro il contenitore cilindrico, segue un moto rotatorio ad altissima velocità, formando appunto quello che si chiama ciclone. L’elevata velocità di rotazione, come è facile intuire, genera una forza centrifuga che si esercita sia sulle minuscole particelle d’aria, sia sulle particelle solide di sporco, molto più pesanti delle prime. Aria e polvere finiscono così per colpire la superficie laterale del contenitore cilindrico fino a quando lo sporco, soggetto anche a una forza peso (dovuta alla gravità), cadono verso il basso accumulandosi sul fondo del contenitore. L’aria, ormai pulita, prosegue il suo percorso fino a essere espulsa dall’aspirapolvere. Se ciò non accedesse, questo si gonfierebbe come un palloncino fino a scoppiare.

    Prima di lasciare l’aspirapolvere senza filo, l’aria viene ulteriormente purificata grazie all’azione di speciali filtri in tessuto, in spugna, in carta o, per citare la tipologia più nota, Hepa. Potete a questo punto intuire che maggiore è la velocità di rotazione dell’aria dentro il contenitore cilindrico, maggiore è la separazione della polvere da quest’ultima. Anzi, per ottenere aria sempre più pulita, alcuni produttori di aspirapolvere – Dyson è ancora un esempio – hanno introdotto una variazione alla tecnologia ciclonica. Consiste nell’abbinare al ciclone principale, più grande, altri piccoli cicloni. Il sistema che ne deriva è il cosiddetto “sistema multi-ciclonico”. L’obiettivo ultimo è e sarà quello di operare una separazione talmente netta tra sporco e aria da rendere inutile l’utilizzo di qualsiasi filtro aggiuntivo.    

     

    È giusto considerare i termini “ciclonico” e “potente” dei sinonimi?

    Rispondiamo a questa seconda domanda con un secco “no”. “Ciclonico” e “potente” non sono sinonimi. Esistono infatti aspirapolvere ciclonici potenti e altri che potenti non sono. Come abbiamo sottolineato nel paragrafo precedente, la tecnologia ciclonica definisce il modo in cui la polvere viene separata dall’aria una volta entrata nel contenitore di raccolta cilindrico, influendo soltanto in parte sulla capacità aspirante del nostro elettrodomestico. 

    Le espressione “motore ciclonico” o “potenza ciclonica”, diffuse e usate ad hoc dai costruttori, per essere più convincenti nei confronti di chi dovrebbe acquistare i loro aspirapolvere, hanno davvero poco senso. Se un aspirapolvere ciclonico è dotato di un motore debole, aspirerà poco. C’è poco da discutere.

     

     

    Se però dotiamo due aspirapolvere dello stesso motore, adottando nel primo la tecnologia di separazione dello sporco ciclonica, nel secondo un metodo tradizionale (quello basato, per esempio, sul classico sacchetto usa e getta), la potenza aspirante effettiva del primo aspirapolvere sarà superiore a quella del secondo. 

    La differenza si spiega con il fatto che il sacchetto oppone resistenza, facendo da freno al flusso d’aria in ingresso. Negli aspirapolvere ciclonici invece, l’aria non incontra ostacoli durante il suo percorso, mantenendo invariata la velocità di scorrimento. 

    Ciò spiega l’utilizzo della tecnologia ciclonica soprattutto in aspirapolvere e scope elettriche ricaricabili. Quando infatti l’alimentazione è fornita da una batteria, e non dalla corrente elettrica della presa a muro, è importante che l’efficienza complessiva dell’elettrodomestico sia massima. Che siano Dyson, Samsung, Rowenta, Hoover, De’Longhi, Severin, Black+Decker oppure Electrolux a proporre scope o aspirapolvere a traino ricaricabili, questi saranno sicuramente basati su tecnologia ciclonica.

     

    Può un aspirapolvere ciclonico ricaricabile eguagliare la potenza e l’efficienza di un modello a filo (non ciclonico)?

    Rispondere a questa domanda richiede molta cautela. I motori di ultima generazione come i Dyson V10 e V11 sono autentici capolavori di micro-ingegneria. Pesano pochi grammi, sono piccoli, anzi piccolissimi, e raggiungono velocità di rotazione elevatissime, tanto da generare una depressione in prossimità della spazzola a contatto con il pavimento solo fino a qualche anno fa impensabile. 

     

     

    Gli aspirapolvere a filo fanno però di più. I loro motori possono contare su un’alimentazione continua e su una autonomia teoricamente infinita. Anche se le nuove normative europee impongono ai costruttori di progettare motori di potenza non superiore a 900 watt, la capacità aspirante di un aspirapolvere a filo è comunque superiore. È una questione fisica. Non è un caso infatti che tutte le scope elettriche a batteria ricaricabile integrino dentro la testina di pulizia, quella che comunemente viene detta spazzola, un rullo rotante in setole o in altro materiale. È un modo per abbinare al flusso d’aria in ingresso un’azione meccanica di supporto. Non dimenticate, a tal proposito, che il rullo rotante tende a sporcarsi e a riempirsi di peli e capelli con estrema facilità e che periodicamente va pulito.       

     

    Esistono aspirapolvere e scope elettriche cicloniche con filo? Cosa si trova oggi sul mercato?

    Assolutamente sì, per cui evitate di pensare che gli aspirapolvere e le scope elettriche cicloniche siano soltanto cordless ossia ricaricabili. Anzi, un pulitore ciclonico con filo può rappresentare oggi il non plus ultra, poiché mette insieme l’assenza del sacchetto (per molti un plus ormai irrinunciabile) con l’alta potenza aspirante e l’autonomia infinita. 

     

     

    Di aspirapolvere a traino ciclonici con filo ve ne sono davvero tanti sul mercato. Si fa prima infatti a citare quei pochi modelli ciclonici cordless come l’Hoover Prodige Cordless (mod. PRC18LI 011) di recente introduzione. Assai facili da reperire sono anche le scope elettriche cicloniche con filo. Meno diffuse sono invece le scope elettriche cicloniche con filo a baricentro alto, cioè con il motore e il contenitore della polvere montati in prossimità del manico. Alcuni esempi sono dati dalla economica scopa elettrica Necchi NH9204 e dalla Ariete Handy Force 2761. Sono molto comode perché ai vantaggi offerti dal filo abbinano l’agilità e la capacità di infilarsi sotto i letti e i divani più bassi tipiche di questo tipo di scopa elettrica.       

     

     

     

    Vuoi saperne di più? Scrivici!

    0 COMMENTI

    Buonoedeconomico fa parte del gruppo Seroxy che gestisce diversi progetti in vari Paesi: Germania, Francia, Olanda, Spagna, Polonia, Romania e Canada.

    Buono ed Economico © 2024. All Rights Reserved.

    DMCA.com Protection Status