Breve storia della televisione italiana dagli inizi a oggi

Ultimo aggiornamento: 24.04.24

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Ormai sono passati più di 60 anni dalla nascita della televisione italiana, che è cambiata tantissimo dagli albori ai giorni nostri. Ecco la sua storia in breve.

 

Agli inizi del 1900, quella scatoletta elettronica che oggi conosciamo come TV era praticamente un lontano miraggio. Eppure, come accade sempre molto spesso, alcuni artisti all’avanguardia avevano già preannunciato l’avvento. Stiamo parlando proprio della prima televisione: un insieme di immagini in movimento, una delle conquiste della tecnologia.

Oggi siamo abituati alla sua presenza come non mai: quasi ogni famiglia ne possiede almeno una, con cui rilassarsi insieme quando arriva la sera e si cerca di staccare la spina dalla giornata stressante.

Specialmente in Italia, la nascita della televisione ha rappresentato un vero punto cardine che ha smosso l’identità sociale dell’uomo nella società, sempre grazie alle immagini, al movimento e, con il tempo anche ai colori. Ma quando ha iniziato a diffondersi? Come è riuscita a conquistare subito gli italiani e ad acquisire l’importanza che oggi le viene riconosciuta? 

 

Storia della televisione: gli inizi

A cavallo tra il 1933 e il 1934, il ricevitore romano di Monte Mario cominciò a diffondere i primi segnali che potevano essere ricevuti da questa scatoletta elettronica, che a sua volta iniziò a entrare nelle case degli italiani. Tuttavia, era ancora impossibile sfruttare appieno le sue funzionalità, perché le prove di diffusione necessitavano di molti anni per essere eseguite e accertate, ma soprattutto ampliate. Infatti, la prima trasmissione sperimentale risale a più di dieci anni dopo, agli inizi degli anni ‘50.

La storia ci insegna che questo periodo fu molto florido sotto diversi punti di vista, in primis grazie alla sistematica rinascita economica dopo la recessione causata dalla Seconda Guerra Mondiale. Ebbene, in tutto questo tempo, la televisione in Italia entrò a passo felpato, come un ospite, considerando anche che in realtà nasce in Scozia diversi decenni prima, più precisamente nel 1926. La prima trasmissione fu a cura della Triennale di Milano, presentata dal famoso conduttore Corrado. Ciò nonostante, soltanto dal 1954 si potè godere di un servizio regolare, grazie alla RAI che iniziò a offrire immagini in bianco e nero.

Tutto questo, dobbiamo dirlo, solo grazie a un altro strumento di intrattenimento e di informazioni utilizzato molto nei primi anni del secolo scorso: la radio. L’invenzione della televisione aggiunse quel qualcosa in più a questa piccola scatoletta da cui uscivano voci e suoni. A loro tempo si trattava di apparecchi rivoluzionari, che cambiavano di netto sia la qualità della vita, sia la qualità dell’informazione. Nel 1924 la conduttrice Maria Luisa Boncompagni inaugurò il primo servizio di trasmissione regolare, portandolo avanti fino alla nascita di tre programmi radiofonici firmati RAI, nel 1951.

Dai bollettini meteorologici alle rubriche letterarie, da una sorta di telegiornali alla musica leggera: le famiglie italiane si raccoglievano ogni giorno intorno a questi apparecchi, per passare qualche ora in compagnia, divertendosi e ascoltando. All’epoca esistevano sette milioni di abbonati, che hanno avuto l’occasione di guardare la prima trasmissione RAI: il 3 gennaio 1954.

Da questa data in poi, tutto il panorama mediatico che fino a quel momento era stato narrato attraverso la radio, si avviò verso un cambiamento inevitabile su scala nazionale. Nel corso degli anni, tutto il Bel paese riuscì a ottenere la visione di questo nuovo apparecchio elettronico, che sembrava essere stato monopolizzato dalla Rai, che nel 1952 acquistò tutti i diritti esclusivi di trasmissione.

Gli anni del boom

Nel giro di quattro anno scarsi, la TV raggiunse un milione di abbonati in giro per tutta la penisola, grazie anche del contesto socioeconomico. I meriti si devono però a diversi altri fattori, tra cui la curiosità verso questo nuovo mezzo di comunicazione, oltre che l’entusiasmo per le vecchie e nuove realtà che si affacciavano verso il futuro.

Gli intenti iniziali della TV erano prettamente didascalici, anche perché, all’epoca, il 12,9% degli italiani era analfabeta e la maggior parte era ancora senza partito. Questo, come si può ben capire, era un’arma il cui manico era tra le mani del governo, che però spinse molto su programmi educativi come “Non è mai troppo tardi”. Quest’ultimo partì ufficialmente il 15 novembre del 1960, con il celebre maestro Manzi, diventato poi una vera e propria icona nazionale. Il programma si componeva di un corso di lingua italiana con cadenza 

trisettimanale, che riuscì a raggiungere l’interesse di più di un milione di persone.

Ma al tempo la televisione italiana non è solo istruttiva, infatti esistevano anche rubriche come “Lascia o Raddoppia?”, “Belfagor” e “Festival Bar”, che erano di più intrattenimento, tra quiz e musica.

 

Gli anni ‘70, ‘80 e ‘90: verso l’oggi

Il 14 aprile 1975 è un giorno fondamentale per la realtà privata, perché proprio in questa giornata si sancì la riforma RAI, con cui terminò il monopolio. Ma a partire dal 1977 si ebbe un’ulteriore evoluzione del panorama televisivo: entrava in Italia la prima TV a colori. Fu quindi un’ascesa completa verso trasmissioni più dinamiche e variegate, grazie anche all’introduzione della TV a colori.

A partire dagli anni ‘80 si entrò nel periodo di Mediaset e di tutto l’impero firmato da Silvio Berlusconi, che entrò in serrata concorrenza con la RAI dopo essere riuscito ad affiancare Rete 4 e Italia 1 a Canale 5. La televisione a colori diede quindi l’occasione di sviluppare un nuovo modo di fare informazione: non a caso, al fianco degli storici telegiornali della RAI, nacquero anche Tg4, Tg5 e Studio Aperto. Era l’era dell’informazione, più o meno “libera”, raramente non schierata, che preannunciava le ulteriori novità del nuovo millennio.

Oggi possiamo dire che il palinsesto è davvero particolareggiato e si differenzia molto dalla TV a colori in Italia di più di 30 anni fa. Esistono reality-show, l’informazione ibrida chiamata infotainment, le nuove tecnologie che permettono esperienze uniche. Oggi, grazie a nuovi modelli come la TV LED da 50 pollici, possiamo sfruttare anche la domotica. Insomma, la storia della televisione italiana dagli inizi a oggi è costellata di un’evoluzione costante, che è andata di pari passo con quella della società in cui si colloca.

 

 

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2 COMMENTI

Francy

February 20, 2023 at 9:24 pm

Rai 3 (1979)…

Risposta
Francy

October 7, 2022 at 9:48 pm

Nel 1974 c’era anche l’emittente monegasca Telemontecarlo… nel 1990 la legge Mammì per trasmettere in diretta sui canali Fininvest… e nel 2004 arriva la legge Mammì durante la quale nascono i nuovi canali: Europa 7, Sat 2000, Boing, Rai Storia e Mediaset Extra…

Risposta

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