Il personal computer, abbreviato in PC, è uno strumento ingegnoso utilizzato dall’essere umano per effettuare processi a velocità altrimenti impossibili. Ripercorriamo la sua storia insieme.
La storia del computer affonda le sue radici nell’antichità, precisamente nell’epoca definiti preistoria, prima che la scrittura stessa fosse inventata, parliamo quindi di un intervallo di tempo che va da oltre due milioni di anni fa al 4.000 a.C.. Risalente al 35.000 a.C. abbiamo l’Osso di Lebombo, un vero e proprio osso di babbuino rinvenuto in Sudafrica che presenta 29 incisioni, secondo gli studiosi utili all’uomo preistorico per calcolare le fasi lunari.
Certo non parliamo di un computer elettronico, ma il nome inglese dell’apparecchio che usiamo oggi si traduce con “calcolatore”, pertanto non è errato considerare anche questo affascinante strumento nella storia dell’evoluzione della capacità di calcolo umana tramite ausilio esterno.
L’abaco
Considerato il computer antico per eccellenza, l’abaco veniva utilizzato per effettuare calcoli fin dal ventunesimo secolo avanti Cristo, soprattutto nelle aree che vanno dalla Siria all’Iran fino ad arrivare alla Cina. Parliamo ancora di strumenti che, per quanto rudimentali, garantivano una precisione di calcolo superiore a quanto raggiungibile con la normale mente umana.
L’abaco romano non era solo quello classico a polvere, uno dei più diffusi, ma anche quello a colonne, di forma rettangolare con delle fessure, all’interno delle quali erano posizionati differenti elementi che potevano essere bottoni o lapilli mentre civiltà come quella cinese o giapponese adoperavano spesso gli anelli.
Per un lungo periodo la storia del computer sembra essersi arrestata, come se l’abaco fosse sufficiente per far di conto. Bisognerà attendere l’età moderna, subito dopo la fine del Medioevo, per avere macchine più complesse e raffinate. Tra queste ricordiamo per esempio quella di Wilhelm Schickard, risalente al 1623, tuttavia non era ancora uno strumento programmabile, quindi più che un antenato del PC potrebbe essere ritenuto un antesignano della calcolatrice. Del 1642 è invece la pascalina, una macchina per eseguire calcoli a dodici cifre creata da Blaise Pascal, che introduceva anche la possibilità di tenere in conto il riporto.
Nel 1833, il matematico e filosofo Charles Babbage, ideò un calcolatore programmabile che assunse il nome di macchina analitica. Il suo funzionamento prevedeva l’inserimento di schede forate e ispirò altri scienziati, come Ada Lovelace, che si dedicarono a gettare le fondamenta della programmazione.
Il primo computer della storia
Se consideriamo la tecnologia elettromeccanica, la nascita del computer moderno si può far risalire al 1939 quando il tedesco Konrad Zuse diede vita allo Z1, strumento basato sul sistema binario e dunque programmabile. A lungo l’inventore del computer è stato considerato Alan Turing che, con il suo team londinese diede vita a Colossus, una macchina risalente al 1944, pensata per intercettare e decifrare i messaggi criptati nazisti durante la Seconda Guerra Mondiale.
La segretezza che vigeva durante il periodo del conflitto non ha permesso agli scienziati di comunicare e dunque molti degli sforzi individuali compiuti da uomini come Zuse andarono persi tra i flutti della storia, riaffiorando solo molto tempo dopo.
Questi primi computer avevano degli elementi in comune, ovvero la programmabilità, che poteva avvenire tramite schede forate o altri linguaggi e la natura elettromeccanica, ma non bisogna dimenticare che prima che potessero essere usati dal grande pubblico erano stati sviluppati per migliorare lo sforzo bellico e non è raro che questi fossero in dotazione presso corpi speciali come la Marina militare statunitense.
Computer anni ‘50
Prima di arrivare alla nascita del computer casalingo, bisogna attendere ancora un po’ e negli anni ’50 del secolo scorso si susseguirono altre innovazioni che modificarono l’aspetto dei calcolatori, fu introdotta infatti l’interfaccia con schermo, parliamo naturalmente di prototipi mentre la prima applicazione su larga scala risale invece al 1965.
Tra questi abbiamo l’UNIVAC, acronimo che sta per Universal Automatic Computer, sviluppato per essere utilizzato dall’ufficio per il censimento degli Stati Uniti, oppure il Whirlwind che aveva un uso prettamente bellico, in grado di organizzare sistemi di puntamento e gestire radar per il controllo dello spazio aereo. Da segnalare che alcuni considerano il Whirlwind un primo personal computer poiché i membri del MIT potevano prenotarne l’utilizzo per 15 minuti, durante i quali era possibili scrivere programmi, effettuare simulazioni e altre operazioni.
La storia del PC
La storia del computer non potrebbe essere completa senza prendere in considerazione il primo personal computer, rivolto al grande pubblico. Fu realizzato da Apple nel 1977 e gli fu attribuito il nome di Apple II, successore quindi dell’Apple Computer che aveva ricevuto anni prima un’accoglienza entusiasta da parte degli addetti ai lavori.
Lo scopo di Steve Jobs e Wozniak era quello di creare un prodotto che potesse entrare in tutte le case, per questo motivo l’aggettivo “personal” garantiva una nuova dimensione a questi dispositivi che non erano più macchine per pochi eletti o grandi e ingombranti calcolatori. L’Apple II aveva un prezzo accessibile e poteva essere utilizzato con diversi programmi, per quanto oggi sarebbero considerati molto arcaici. Fu grazie comunque alla compagnia di Steve Jobs che l’alfabetizzazione informatica ebbe inizio e quindi, chi lo considera uno degli inventori del computer nella sua forma moderna non ha tutti i torti.
Dagli anni ’70 ne è passata di acqua sotto i ponti e i computer sono divenuti sempre più piccoli, compatti, dando vita anche alla categoria dei computer portatili, oggi molto utilizzati grazie alla loro semplicità di trasporto, dando la possibilità di lavorare o anche svagarsi senza portare con sé un apparecchio ingombrante.
L’evoluzione dei computer non è ancora terminata e in futuro vi saranno altri grandi progressi in tal senso poiché l’ingegno umano è ben lungi dall’essere giunto al suo limite. Cosa ci si può aspettare di preciso, però? Sicuramente all’orizzonte è possibile intravedere un’evoluzione nell’ambito delle intelligenze artificiali, che faciliteranno l’uso delle macchine e, conseguentemente, anche una miniaturizzazione sempre più efficiente. Se oggi lo smartphone non può essere considerato ancora un sostituto al 100% del computer, le cose potrebbero cambiare nel giro di dieci o venti anni.
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